"Mi vergogno di essere italiano". Questa la dichiarazione a caldo di Fabrizio Corona sulla condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione, al termine del processo di Vallettopoli da parte dei giudici del Tribunale di Milano. Corona, secondo i giudici milanesi è colpevole per avere tentato di estorcere prima 6mila e poi 10mila euro all'ex interista Francesco Coco (che fu fotografato all'interno della discoteca Hollywood con una donna che sarebbe potuta apparire un trans). Tentata estorsione da 5mila euro anche nei confronti del motociclista Marco Melandri (per una foto in cui era in compagnia della pornostar Brigitta Bulgari) e del calciatore Adriano (ritratto durante una festa in casa con del sale sul tavolino che poteva sembrare cocaina) per 30-40mila euro. Il giudice ha condannato a due anni e 4 mesi il collaboratore di Corona, Marco Bonato.
Corona è stato invece assolto dal presunto ricatto ai responsabili della Fiat per la vicenda di Lapo Elkann che coinvolgevano trans e cocaina. La procura sosteneva che Corona avesse chiesto 200 mila euro ai vertici della Fiat per non divulgare un'intervista con il transessuale Donato Broco che aveva passato la notte con Lapo. Secondo l'accusa la tattica era sempre la stessa: o paghi, o finisce tutto sui giornali di gossip. "Offrivo le foto a prezzi di favore e solo agli amici, avrei potuto guadagnarci molto di più", si è sempre difeso Corona. Prima di andarsene visibilmente adirato, l'agente fotografico ha urlato: "Perché non condannano quelli del caso Marrazzo?". E, per finire: "Ci sarà l'appello, ci sarà il carcere, ma non me ne frega un cazzo. Non me ne frega neppure di essere stato assolto da una parte di reati contestati. Tutte le agenzie hanno fatto la stessa cosa".
Soddisfatto Frank Di Maio, pm del processo al termine del quale è stato condannato Corona alla pena di tre anni e otto mesi per estorsione e tentata estorsione ai danni di alcuni vip. "Questo è un processo in cui è passato un principio - ha detto Di Maio - e quindi d'ora in poi i ritiri delle foto saranno più problematici". Il riferimento del pm è alla prassi comune nell'ambito del gossip di proporre delle foto compromettenti ai diretti interessati prima che ai giornali in modo da ottenere del denaro dagli stessi vip, la cui immagine sarebbe danneggiata se le foto finissero sulle riviste. È la prima volta che in Italia viene celebrato un processo a questo modus operandi del mondo dello spettacolo. Il pm ha inoltre ricordato che "questo processo è stato sostenuto da sola dalla procura e senza neanche una parte civile".
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